Vecchio e nuovo
Insegnamento 2025/11 del 4 maggio 2025 “Cose nuove e cose antiche” Mt 13, 51- 52
Cari amici,
la morte di papa Francesco mi ha sorpreso, ancora mi serviva una guida e un esempio come il suo. Certo lo sapevo che una persona può morire, ma parlo della sua opera, della sua testimonianza. Ha indicato e vissuto un modo di essere Chiesa nuovo, un modo che credo serva fare nostro, nostro intendo come chiesa come comunità intera.
Non vedo ancora tutta la chiesa in armonia con quello che diceva e faceva papa Francesco. Non parlo di omogenizzarci, imitare, cioè di fare esattamente le cose che faceva lui, ma di armonia, di cogliere lo spirito e le motivazioni che animavano papa Francesco. Di cogliere le domande e le necessità del mondo moderno, riguardo soprattutto all’annuncio del Vangelo. Vedo tante cose iniziate da Papa Francesco, ma ancora poco sviluppate, le vedo rimaste in sospeso incompiute. Allora mi domando: “cosa devo fare?”.
Da una parte c’è l’attesa per la scelta che faranno i cardinali su chi sarà il nuovo papa, e a quel punto vedremo la strada che ci indicherà. Però sento importante anche un nostro compito, quello di non far andare perduto il tesoro che papa Francesco ha seminato tra noi e in noi.
Così ho deciso di rileggere un documento di papa Francesco, l’Evangelii Gaudium. L’idea non è tanto quella di studiare e mettere in pratica, ma rievocare ciò che mi ha suscitato questo libretto quando uscì. Voler rigenerare lo stupore e la spinta a portare il Vangelo che queste riflessioni suscitarono in me. Condivido con voi questa scelta perché il documento parla di evangelizzazione e quindi il documento è tra i più importanti per noi delle Cellule.
L’ho scelto anche perché mi sembra il documento che più di altri riassuma il pensiero e l’azione di papa Francesco, uscì poco dopo la sua elezione sempre nel 2013, dodici anni fa. Uno dei temi importanti è la necessità di rinnovamento della chiesa, tema a noi caro, il tema della nuova evangelizzazione. Saper mettere insieme fedeltà al messaggio del Vangelo con scelte nuove riguardo al linguaggio, ai modi e allo slancio missionario.
Pensando a questi 12 anni passati insieme a questo papa, vado con la memoria ancora più indietro e cioè al 1998, esattamente al 6 maggio, data di nascita delle Cellule della nostra parrocchia, anniversario che ricorre in questa settimana. 12, 27 anni, sono tempi lunghi, forse troppo lunghi?
Il rischio che il Papa segnala è quello che ogni organizzazione, struttura e attività ecclesiale non riesca a rinnovarsi e in breve tempo si corrompa. Io spesso vi parlo di questa necessità di rinnovamento, perché la vedo necessaria, perché la Chiesa possa rispondere alle realtà del mondo, alle esigenze dell’annuncio del vangelo. Vedo la realtà della chiesa ancora lontana dall’orizzonte che Papa Francesco ci ha mostrato, di quello di cui lui parlava come esigenze dell’annuncio.
Anche noi rischiamo di fermarci e non rispondere al mandato che Gesù ci ha affidato quello di occuparci delle persone che vivono nella nostra città. Ripartire sempre dal ricercare e rinnovare l’incontro con Gesù, questo ci dice papa Francesco. Siamo chiamati a rendere testimonianza di questo, la bellezza della presenza di Gesù nella nostra vita.
È un po’ di tempo che ho chiesto ad alcuni responsabili delle attività parrocchiali, di pensare come presentarci a chi non ci conosce, è una cosa nella quale vorrei foste coinvolti anche tutti voi; ripensare il modo e il linguaggio per poter presentarci agli altri, far capire il cuore della nostra scelta di essere cristiani, e cristiani che portano il Vangelo, che sentono la responsabilità della chiesa di fare in modo che tutto il mondo conosca Cristo. Serve un modo nuovo, servono modi nuovi, servono anche parole nuove, alcune parole sono invecchiate, hanno perso la novità e il significato che avevano 27 anni fa quando cominciamo.
Abbiamo nel tesoro di tante nostre esperienze, cose antiche e cose nuove, è importante vivere questa responsabilità: far fruttare ciò che Dio ci ha dato di vivere coinvolgendo chi ancora è lontano, e lavorando assieme a tutti coloro che Gesù chiama come noi a questa missione.