Oltre Pentecoste 30

Non serve una persona illuminata, serve una persona che condivida questa visione sul peccato originale: accettare cioè che è possibile fare del male agli altri senza volerlo, serve poterle dire “so che ti faccio male, ma non vorrei”, ed essere creduti.

E’ una fraternità nella quale la fiducia in ciò che dice l’altro è lo strumento. Mi dici che faccio del male e io ti credo, ti dico che non me ne accorgo, e tu mi credi.

Un commento su “Oltre Pentecoste 30

  1. Grazie per la riflessione .Penso che possa servire a molte persone.A volte ci può capitare,mi capita,di non potere dimenticare parole offensive,almeno secondo la nostra opinione,nei nostri confronti , e ricordare tali parole con rancore impedendoci di perdonare di vivere riconciliati.Può essere, per queste situazioni , motivo di liberazione pensare che chi ci ha fatto del male possa arrivare a capire di averlo fatto senza volerlo e ,cosa ancora più importante ,che noi arriviamo a credere che lo abbia capito
    E’ una fraternità nella quale la fiducia in ciò che dice l’altro è lo strumento.” Mi dici che faccio del male e io ti credo, ti dico che non me ne accorgo, e tu mi credi.” Anche il riferimento a quello che dice S.Paolo ,convertito e testimone dell’impegno della vita cristiana ,aiuta a capire ed elaborare nella fede le apparenti contraddizioni della nostra vita cristiana.(Rm 7)che possono renderci infelici .
    La lettera ai Romani ci spiega(Rm 8 e seguenti) come è possibile grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo Gesù andare oltre a questa situazione.(vita nello Spirito ,vita eterna ,salvezza tutto opera della grande, unica ,fraternità di Gesù secondo il progetto di Dio che é un progetto d’Amore).Grazie perché ci hai dato la possibilità di riflettere su tutto questo che è e rimane uno dei punti più difficili della nostra vita cristiana.

Rispondi a Vincenzo raffaelli Annulla risposta