NO sacramenti NO Gesù?

E’ certo che anche in ambito liturgico quello che stiamo vivendo adesso è davvero per tutti un periodo di chiamata..

Oggi solo il popolo di consacrati e presbiteri possono avere accesso ai sacramenti alle celebrazioni liturgiche e allora…… noi fedeli, la nostra fede come sta vivendo questa distanza fisica “forzata” con i sacramenti, con la celebrazione eucaristica, con Gesù Eucarestia?

7 commenti su “NO sacramenti NO Gesù?

  1. Buondì. Credo che questa astinenza da Gesù e dalla messa abbia dei risvolti positivi. Dio non permette il male se non per trasformarlo in bene. Ho vissuro e vivo questo periodo come una quaresima purificatrice e introspettiva ed è un bene grande per me che corro sempre. Il deserto attuale dove non c è Gesù eucarestia e la messa e la comunità è come il deserto dove Gesù si è preparato alla Sua missione. E che non c era Dio??? Anzi, lì ha rafforzato la Sua fede, ha lasciato lì l’inutile e superfluo, si è guardato dentro e si è purificato, ha combattuto il male e le tentazioni. E questo io vivo con Dio ora, con il Suo aiuto, la Parola e le messe on line, la preghiera e le videochiamate con le sorelle della cellula. Dio ci ha donato una grande opportunità. Cogliamola!
    Mi mancate e vi voglio bene!

  2. un desiderio :
    in questo silenzio forzato da relazioni , contatti, dalla limitazione della proprie libertà; potremmo ascoltare il suono delle campane che scandisce la liturgia delle ore ?
    sarebbe un vivere in comunità le nostre preghiere, un appuntamento dove non è necessario avere una autorizzazione .
    Mi ritornano alla mente vecchi film e racconti, dove le campane erano comunicazione e cadenza del vivere sociale.- il momento per il contadino di fermarsi e mangiare o fare ritorno a casa. il momento dei vespri , il momento di preghiera familiare dove i bimbi di tutte le età venivano coinvolti e dove l’adulto comunicava, spiegava, teneva presente e costante la lode e la presenza di Dio con noi.
    Penso sarebbe bello vivere in comune questo scandire le ore di questi nostri giorni.- un abbraccio

  3. Quanto ci Ama il Signore e quanto desidera la nostra conversione.!!!-sono da 16 giorni sola in casa e solo ora inizio ad entrare in me.-“No sacramenti,no Gesù?”- il Limite.Ho pensato ai carcerati , l’espiazione dei propri peccati attraverso il limite della libertà personale per ravvedersi .- La tv, internet,wsapp,ascolto, condivisioni.- Penso alla Mensa Eucaristica, all’accoglienza ed adesione a Cristo per la nostra redenzione.Come hanno fatto i primi cristiani,coloro che hanno e devono vivere nascostamente la propria fede?-Un pensiero ed una immagine mi confortano: un tavolo, una tovaglia bianca e due mani che da esso prendono un pezzetto di pane e me lo offrono.- Si Signore ti ho accanto e sono in comunione con Te, Ringrazio per il Dono del Battesimo, della Cresima che riscopro ora. Serena e con gioia aspetto di poter riabbracciare la nostra comunità nella Celebrazione di Te, fonte di vita e salvezza

  4. Questo digiuno sacramentale, intervenuto peraltro in tempo quaresimale, mi fa pensare che la mancanza alimenta il desiderio di un banchetto che, quando sarà bandito, sarà più partecipato e compreso nella sua importanza.

    Riporto di seguito una riflessione di un caro amico (breve stralcio di una riflessione più ampia scritta in questi giorni):
    “Il rapporto con l’Eucarestia potrebbe ridefinirsi ed essere ricompreso nella linea di una sacramentalità più esistenziale e non semplicemente rituale….Non ci resta che vivere e soffrire sia la privazione dei molti sia il ministero dei pochi, i quali devono ancora più vigilare sul rischio di trasformarlo in privilegio. La situazione che stiamo vivendo può essere vissuta come l’occasione per un sussulto di coscienza in tutti i fedeli della loro dignità battesimale” (fr MD osb).
    Per me la mancanza dell’appuntamento domenicale è motivo di sofferenza perché non vivo l’esperienza della comunità convocata in nome del Signore; la mancanza dei riti della settimana santa, poi, mi infonde tristezza perché quella settimana è per me il riempimento del serbatoio della mia vita spirituale.
    Sono certa però che il Signore non mancherà – come già sta facendo – di riempire i vuoti, consolare l’afflizione e, soprattutto, suggerire forme e modi diversi per celebrare il rendimento di grazie attraverso forme diverse dello “spezzare il pane” con i miei fratelli e sorelle in umanità, con i quali camminare nel deserto verso una Pasqua di liberazione da tante, forse inutili, abitudini.

  5. A me questa situazione mi fa pensare ad apprezzare maggiormente la nostra libertà religiosa che poi e’ la libertà più importante tra i diritti inalienabili del l’uomo. Mi fa pensare alla fede nascosta sotto i regimi atei quando si celebrava e pregava di nascosto

  6. Questi giorni mi stanno creando pensieri del tutto nuovi, In particolare mai mi sarei aspettata di dover rinunciare ai sacramenti per un qualcosa avulso dalla mia volontà. Nella mia vita , in passato, per un lungo periodo mi sono allontanata dalla Chiesa e dai sacramenti. Era una scelta mia, una specie di immotivata ribellione ad un evento della vita che non avevo accettato; é passato del tempo e la Grazia é arrivata , sono tornata, e la mia fede era sempre lì ad aspettarmi come un dono d’amore. Adesso quando ascolto la S. Messa alla tv SENTO lo stesso la presenza di Dio accanto a me, so che quella Comunione spirituale non ha niente di diverso dal gesto di prendere l’Ostia. Se crediamo con tutta la nostra fede che il Suo corpo e il suo sangue sono racchiusi in quella piccola particella , non possiamo non credere che Lui entrerà nel nostro corpo anche spiritualmente e ci darà la forza di superare qualsiasi debolezza.

  7. A questo proposito, condivido una riflessione sulla 1 lettera di Pietro; una lettera che l’apostolo scrive in un un tempo di grande difficoltà per i cristiani del tempo. Riscontro molte assonanze con questo nostro “oggi” e preziose indicazioni per riconoscere in esso le radici del nostro futuro di cristiani. Soprattutto vi leggo un invito alla speranza, alla conversione, all’accettazione di questa nostra prova come l’habitat nel quale Dio vive e dal quale ci chiama ad “adorarlo nei nostri cuori”.
    Di fronte a questo presente cosiffatto, mi chiedo:
    – come posso incontrarmi sacramentalmente con Lui? Devo vivere nell’attesa di tempi migliori per poterlo fare? Oppure c’è una opportunità intrinseca a questo tempo per incontrarlo in modo altrettanto reale?
    – c’è una “Messa” che posso celebrare tra gli impedimenti di queste ore? Come? Dove?
    – E infine: a quale “Risurrezione” il Signore mi sta preparando, sottraendomi ciò che di più vitale ho: la libertà, le relazioni, la salute, gli affetti più cari, la preghiera comune, il Suo Corpo?
    Riguardo questo, mi torna continuamente un pensiero che si fa convinzione. Dio mi toglie oggi i suoi doni in ciò che ho di più caro: le relazioni, la libertà, gli affetti più cari, la salute, la preghiera in comune, il Suo Corpo, per restituirmeli domani purificati, in un cuore più povero e più libero.

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